IL SISTEMA CURTENSE
In questo quadro di crisi generale, le aziende agricole che sopravvivono diventano i centri essenziali della vita economica e sociale. Sono aziende che si organizzano in una forma che è stata definita curtense, da curtis, 'corte'.
Nella curtis la proprietà terriera è divisa in due parti:
-la pars massaricia (parte riservata ai contadini), che è frazionata e affidata a contadini liberi con vari tipi di contratti di affitto; l'afftto di solito è pagato cedendo al signore una quota dei beni coltivati (cereali, vino, ecc.);
-la pars domìnica (parte riservata al signore), che è l'area gestita direttamente dal signore ed è coltivata da servi che ricevono da lui vitto e alloggio. Nei momenti in cui è necessario, il lavoro dei servi è integrato dal lavoro dei coloni della pars massaricia, che sono obbligati a compiere corvées, cioè un certo numero di giornate di lavoro non retribuite nelle terre della pars domìnica.
Il sistema curtense ai suoi inizi ,secoli VIII-X,ha come obiettivo economico primario l'autosufficienza,ovvero la produzione dei beni agricoli deve bastare alla sopravvivenza degli abitanti del caput curtis,cioè del villaggio dove ha sede la dimora del signore. Tuttavia, in alcuni casi, le aziende così organizzate riescono a produrre anche qualcosa in più rispetto a ciò che serve all'autosufcienza della curtis. I beni agricoli coltivati nella pars domìnica, o pagati dai contadini della pars massaricia come affitto,vengono accumulati nei magazzini del signore. I prodotti che non sono usati per le esigenze della famiglia del signore,dei suoi soldati e dei suoi dipendenti,vengono venduti.